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Martedì 29 ottobre 2024, presso la sala Frate Agostino del Museo Civico di Crema e del Cremasco, si è svolta la conferenza sul tema “Alpha Beta. Apprendere il greco in Italia (1360-1860). Una mostra e i suoi significati”. Relatore è stato il prof. Paolo Sachet.
L'iniziativa è stata svolta in collaborazione con la Associazione Italiana di Cultura Classica, Delegazione di Crema.
La nostra capacità di astrazione è determinata, in gran parte, dalla lingua che parliamo e il greco è una lingua formidabile, elegante, precisa, creativa, come puntualmente celebrato in opere rivolte al pubblico generale e che mirano a riaffermare il ruolo centrale che esso può rivestire nella formazione intellettuale di studenti e studentesse.
Un altro tratto distintivo, tuttavia, viene spesso sottaciuto in queste ricostruzioni a tinte sovente troppo rosee: la sua estrema complessità. Imparare il greco implica una buona dose di fatica e di frustrazione, già immediatamente palesate quando ci si scontra con l’utilizzo di un alfabeto alieno (ma solamente in apparenza) alla tradizione latina. Superato questo primo scoglio, è poi molto facile perdersi nel suo labirinto grammaticale. Occorre aggiungere, infine, che nella maggior parte dei casi il principiante si avvicina alla materia nel contesto della scuola dell’obbligo, faticando a cogliere le ragioni di una ginnastica cognitiva che prevede, nell’Italia di oggi, l’assimilazione di un idioma scritto e parlato essenzialmente soltanto nel territorio di Atene tra il V e il IV secolo avanti Cristo.
Esistono in proposito ottime ragioni pedagogiche e intellettuali, sulle quali molti esperti si sono pronunciati e ci si augura continueranno a pronunciarsi, ed esistono ragioni storiche legate al contesto culturale europeo e in particolare a quello del nostro paese. Proprio su queste ultime ragioni gli organizzatori della mostra Alpha Beta. Apprendere il greco in Italia (1360-1860) hanno voluto concentrare i propri sforzi, così da comunicare queste tematiche anche al grande pubblico, non solo a quello toccato specificamente dall’esperienza dell’insegnamento e dello studio del greco. La mostra si è svolta tra il settembre 2023 e il gennaio 2024 presso la Sala Maria Teresa della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano e ha ripercorso le varie tappe dello studio del greco, da Bisanzio all’Italia, passando dal manoscritto alla stampa, poi attraverso l’avvento del volgare, il Cinquecento, l’impronta dei Gesuiti, l’epoca dei Lumi, fino al periodo risorgimentale e dell’unità nazionale.
La relazione di Paolo Sachet, che è stato uno dei curatori di questa mostra, ha illustrato tale precorso espositivo e, con esso, una storia plurisecolare e unica per continuità e capillarità, quella della trasmissione ininterrotta della lingua greca in Italia, nei cinquecento anni che intercorrono tra gli esordi trecenteschi con Petrarca e Boccaccio e l’assetto della scuola unitaria sancito con la legge Casati. Muovendo dagli interrogativi del presente sull’utilità del greco nel nostro sistema scolastico, si sono toccati gli snodi fondamentali della vita culturale della penisola, dalla Firenze umanistica alla Milano del Romanticismo, fino ad arrivare alle radici della Grecia moderna.
Paolo Sachet è “Ambizione Fellow” presso l’Istituto di Storia della Riforma dell’Università di Ginevra. Dopo aver conseguito il dottorato presso il Warburg Institute di Londra nel 2015, ha insegnato e svolto ricerca per l’Università della Svizzera Italiana, l’Università Statale di Milano e l’Università di Basilea. I suoi studi ruotano attorno alla storia intellettuale e religiosa europea tra Quattro e Seicento, con particolare riferimento all’impatto del libro a stampa. Tra le sue pubblicazioni, la monografia Publishing for the Popes. The Roman Curia and the Use of Printing (1527-1555) (Brill, 2020) e le co-curatele di Venice in Blue. The Use of carta azzurra in the Artist’s Studio and in the Printer’s Workshop, ca. 1500-50 (Olschki, 2024), Printing and Misprinting. A Companion to Mistakes and In-House Corrections in Renaissance Europe (Oxford University Press, 2023 e The Afterlife of Aldus. Posthumous Fame, Collectors and the Book Trade (The Warburg Institute, 2018). Sachet è inoltre co-direttore con Anthony Grafton della nuova collana dell’editore Brill Receptio Patristica. Studies in the Afterlife of Early Christian Texts and Writers.
Sabato 28 settembre 2024 si è svolta, presso l'Aula Magna dell'Istituto di Istruzione Superiore "Racchetti - da Vinci" di Crema, la conferenza sul tema "Caracalla e la cittadinanza universale". Relatore è stato Alessandro Galimberti, dell'Università Cattolica di Brescia.
Dopo una breve introduzione sul principato e sulla figura di Caracalla, il relatore ha mostrato il testo della Constitutio Antoniniana, con la quale Caracalla concedeva a tutti (o quasi) gli abitanti dell'impero la cittadinanza romana. Sono stati letti e commentati i passaggi più interessanti e significativi di questo documento. Sono state quindi svolte alcune considerazioni di carattere storico che discendono da questo provvedimento e sono state indicate le sue principali conseguenze di lunga durata.
Questo incontro è stato realizzato soprattutto per alcune classi di studenti del Liceo Classico "Alessandro Racchetti" di Crema ma la partecipazione è stata aperta anche a tutti gli interessati all'argomento.
Alessando Galimberti è professore ordinario di Storia Romana presso la sede di Brescia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. È membro del Collegio di Dottorato in Studi Umanistici di questa Università. Fa parte del Comitato Scientifico di "Politica Antica - Rivista di cultura e prassi politica nel mondo greco e romano". Ha partecipato a diversi progetti di ricerca a livello nazionale ed è autore di numerosi libri su temi storici riguardanti soprattutto l'antichità greca e romana.
Nel 2019 ha pubblicato "Caracalla", Salerno Editrice, Roma, un testo dedicato a questo imperatore romano della dinastia dei Severi, nato a Lione (allora Lugdunum) nel 188 d.C. e morto a Carre nel 217. Marco Aurelio Severo Antonino, come si chiamerà ufficialmente a partire dal 196 d.C. (il suo nome originario era Bassiano), fu un imperatore visionario, guerriero, crudele e innovatore. In soli sei anni di regno, dal 211 al 217 d.C., diede una dimensione nuova all'idea di Roma e cercò di dare vita, con l'estensione della cittadinanza, a un nuovo ordine ecumenico unificato dall'orbis romanus secondo un coerente disegno politico, giuridico e religioso. Caracalla è il nome con il quale è oggi maggiormente conosciuto. Si tratta in realtà di un soprannome, che derivava dalla veste di origine gallica che egli amava indossare, il cosiddetto caracallus, un mantello lungo fino alle caviglie con maniche e cappuccio. Sulla dinastia dei Severi, Alessandro Galimberti nel 2023 ha pubblicato "L'età dei Severi", Carocci, Roma, dove illustra il radicale mutamento ideologico nella concezione del principato ad opera di questa dinastia, succeduta a quella degli Antonini, con i conseguenti riflessi economici, sociali, politici e religiosi che preannunciano in modo significativo l'incipiente crisi che l'impero romano attraversa nel III secolo.
Sabato 8 giugno, presso la Sala Frate Agostino del Museo Civico di Crema e del Cremasco, si è svolta la conferenza sul tema "L'arte di Sallustio e Catilina". Relatore è stato il prof. Angelo Lacchini.
Nell'incontro è stata presentata una nuova traduzione dell'opera di Sallustio "La congiura di Catilina", riguardante uno degli episodi più drammatici della crisi della Repubblica romana. Il lavoro presta particolare attenzione all'aspetto linguistico, strumento che, nel variare dei tempi e delle interpretazioni, si rivela lo snodo fondamentale per una corretta lettura del testo. Si è inteso dimostrare come Sallustio non possa essere considerato uno storico moralista ma un interprete attendibile delle questioni sociali del suo tempo. Quindi l'analisi, entrando nel laboratorio sallustiano, ha cercato di mettere in luce la modernità dell'impianto narrativo e i caratteri di uno stile raffinato quanto unico.
Angelo Lacchini (Castelleone, 1946) è poeta, critico e saggista. Già docente di Lettere nei Licei, è stato redattore e collaboratore di riviste nazionali, in particolare "Otto-Novecento". Si è specializzato su vari autori, come Emilio De Marchi. Ha pubblicato saggi sul tema Letteratura-Arte. Ha dedicato alla Vergine opere in poesia. Nel 2015 ha pubblicato per UniCrema l'antologia di traduzioni latine "Omnia vincit amor". Ha partecipato al bimillenario ovidiano con traduzioni e commenti a Ovidio nel 2017 e nel 2022. Per i "Quaderni di cultura classica" di Cremona ha curato nel 2023 la traduzione e il commento al "De coniuratione Catilinae" di Sallustio. Ha al suo attivo numerose pubblicazioni relative alla storia e alla memorialistica di Castelleone e del suo territorio. Ha riunito la sua produzione poetica dialettale in "L'isola parlante" del 2021. La sua ultima opera è "Chiaroscuri" del 2024, un testo insieme di critica e di poesia, dedicato a Eugenio Montale per celebrare il prossimo centenario di "Ossi di seppia".
Venerdì 17 maggio, presso la Sala Cremonesi del Museo Civico di Crema e del Cremasco, si è svolta la conferenza sul tema "Capraia Isola - Un intervento di rigenerazione territoriale". Relatore è stato l'arch Franco Maffeis, che sta conducendo questo progetto di restauro a Capraia (Livorno).
Nel corso dell'incontro sono stati presentati due casi di rigenerazione territoriale, facenti parte di un articolato intervento di restauro a Capraia Isola.
Il primo caso riguarda il recupero urbano di un comparto di trasformazione di grande valenza paesaggistica, che da un promontorio prospetta sul golfo del porto. Il recupero comprende il restauro di un convento francescano settecentesco, con annessa la chiesa di S. Antonio. Si tratta di un complesso edilizio già gestito dal Demanio, rimasto inutilizzato per quarant'anni e andato in rovina (ex colonia penale di Capraia).
Il secondo caso riguarda l'iniziativa di ripristino di una porzione di territorio terrazzato, dismesso dalla ex colona penale e in corso di recupero per la possibile ripresa di uso agricolo.
Franco Maffeis si è diplomato al Liceo Classico "Alessandro Racchetti" di Crema nel 1966 e si è laureato con 100 e lode presso la facoltà di Architettura del Politecnico di Milano, con una tesi in urbanistica (Ruolo dei piani di edilizia popolare nella pianificazione urbana).
Ha collaborato in ruoli di rilievo con importanti realtà istituzionali, universitarie e professionali in progetti, iniziative e direzioni lavori, operando anche come membro di giuria in diversi concorsi di architettura.
I suoi lavori sono stati pubblicati sulle principali riviste del settore e presentati in varie rassegne, mostre e trasmissioni televisive.
È titolare dello studio professionale omonimo in Orzinuovi (Brescia) e svolge attività come libero professionista nei settori dell'urbanistica, dell'architettura e del restauro per amministrazioni pubbliche, società e privati.
Tra le altre iniziative, sta conducendo i progetti di restauro a Capraia Isola.
Per maggiori informazioni sul relatore, si veda il suo curriculum professionale sintetico qui allegato.