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Notizie riguardo alla vita dell'Associazione e altre segnalazioni.

24/09/2022

Sabato 24 settembre 2022 si è svolta, presso la sala Cremonesi del Museo Civico di Crema e del Cremasco, la conferenza dal titolo "I demoni giunti dall'Inferno. Quando i discendenti di Gengis Khan invasero l'Europa, tra battaglie epiche, intrighi di corte e curiosità stravaganti". Relatrice è stata Jennifer Radulovic, storica, scrittrice e divulgatrice culturale.

L'invasione dei Mongoli nell'Europa del XIII secolo ha dato vita a racconti e leggende che ancora oggi colpiscono per la loro drammaticità. Allora le scarse conoscenze che nei paesi europei si avevano riguardo a quelle orde di invasori si mescolarono, nella percezione comune, a certe letture delle sacre scritture, tanto che in molti pensarono ai Mongoli come a demoni giunti dall'Inferno per realizzare l'Apocalisse.

Si pensò anche ai diabolici conquistatori come a cannibali avidi delle carni delle vittime. Non mancarono resoconti e rappresentazioni di questa loro antropofagia e delle efferatezze commesse sui corpi dei nemici uccisi o fatti prigionieri.

Soprattutto i territori dell'Europa centrale, in particolare l'Ungheria, divennero un terreno di guerra su cui si combatterono battaglie molto cruente, nel tentatvo di arginare l'avanzata mongola, a difesa della cristianità e della civiltà europea. Fu uno scontro durissimo, che oppose gli eserciti delle nazioni cristiane coinvolte nel conflitto alle formazioni militari dei popoli nomadi giunti dalle steppe euroasiatiche.

Negli anni intorno al 1240, le schiere mongole di Batu Khan, nipote di Gengis Khan, e dei suoi luogotenenti flagellarono l'Europa centro-orientale arrivando fin quasi in Italia. Oltre all'Ungheria, soprattutto la Lituania, la Polonia, la Boemia e la Croazia furono devastate senza pietà, in un'ondata di violenze, razzie, uccisioni di massa, stupri e saccheggi, con incendi e distruzioni di città e villaggi lungo il percorso dell'avanzata dei Mongoli. Armati in modo molto efficace e innovativo rispetto ai pesanti armamenti occidentali, ottimi cavalieri, molto mobili in manovra di combattimento, gli invasori erano di una ferocia e di una spietatezza senza pari, tanto che la loro crudeltà divenne oggetto di numerosi testi sia coevi che di epoca successiva. Erano partiti dalla Crimea, spesso testa di ponte in queste invasioni provenienti dall'Oriente, ed erano stati fermati a Fiume, mentre stavano per invadere l'Italia settentrionale. Avevano poi saccheggiato e distrutto le città della Dalmazia e si erano fermati solo dopo aver raggiunto l'odierna Albania, per ragioni ancor oggi controverse nella storiografia.

Un'opera che ci tramanda diverse informazioni su quell'invasione è il "Carmen Miserabile" di Maestro Ruggero, uno scritto composto poco dopo quegli avvenimenti da un ecclesiastico originario del Beneventano, già cappellano del cardinale Giacomo Pecorara. L'autore si trovava allora nei territori appena invasi ed era stato fatto prigioniero dai Mongoli. Fuggito e datosi alla macchia, Ruggero era poi riuscito a rifugiarsi in territori sicuri. Divenne poi arcivescovo di Spalato, quindi tornò in Italia, dove scrisse la sua storia, e morì nel 1266. Jennifer Radulovic ha tradotto dal latino all'italiano il testo originale, corredandolo di un saggio storico, Hungaria plena populo sedet sola. I demoni giunti dall'inferno (Marietti Editore, Genova 2012). 

Laureata con Alessandro Barbero all'Università del Piemonte Orientale, Jennifer Radulovic ha poi conseguito la laurea magistrale all'Università Cattolica di Milano con Giancarlo Andenna. Ha un dottorato all'Università degli Studi di Milano e altri titoli accademici in materie storiche e umanistiche. Ha già collaborato con la nostra Associazione nel 2015, come relatrice in un incontro dedicato a Federico Barbarossa e alla battaglia di Monte Porzio Catone del 1167, riprendendo questo tema dal suo volume pubblicato sull'argomento (Jouvence, Milano 2014).

Ha inoltre pubblicato diverse opere di natura storica, soprattutto in riferimento al periodo medioevale, ed è attiva nel campo della comunicazione e  della divulgazione culturale, anche attraverso conferenze, programmi radio, riviste e rassegne. In riferimento all'argomento trattato in questo incontro, oltre al suo saggio sul "Carmen Miserabile" già citato, si segnala anche il suo volume La grande invasione. Il Regno d'Ungheria nel Duecento tra congiure e intrighi. L'arrivo dei Mongoli (Res Gestae Editore, Milano 2015).

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28/05/2022

Sabato 28 maggio 2022 si è svolta la conferenza sul tema "Eterodossia ed ecumenismo nell'opera dantesca", presso la sala Cremonesi del Museo Civico di Crema e del Cremasco. Relatore è stato Walter Venchiarutti.

La lettura eterodossa di Dante è recentemente tornata alla ribalta, promossa da una critica che ha individuato in alcuni passi della Divina Commedia echi compatibili con il catarismo, l'alchimia, la cabbala. Sono sorprendenti le analogie riscontrate con le dottrine islamica, induista e buddista.

All'anniversario dei 700 anni dalla morte di Dante fa seguito il cinquantesimo dalla scomparsa di Ezra Pound. Numerose affinità hanno contraddistinto la vita e l'opera dei due grandi poeti.

Walter Venchiarutti ha iniziato l'attività di ricercatore nel 1978, con studi dedicati al patrimonio demo-etno-antropologico. Nel 1980 ha partecipato alla fondazione del Gruppo Antropologico Cremasco. Ha contribuito all'allestimento di mostre temporanee e permanenti presso il Museo Civico di Crema, di cui è stato Presidente dal 1991 al 1994. Collabora con articoli a riviste locali. Dal 2005 fa parte della redazione di Insula Fulcheria. È curatore dei Quaderni di Antropologia Sociale.

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06/05/2022

Anche quest'anno il Liceo "Alessandro Racchetti" di Crema ha partecipato, con gli altri Licei Classici italiani, alla Notte Nazionale del Liceo Classico, con la programmazione di eventi culturali riferiti alla cultura classica e umanistica, della quale questa importante realtà scolastica del nostro territorio è da tempo promotrice e significativa interprete istituzionale. Venerdì 6 maggio 2022, dalle ore 18 alle ore 24, presso l'Istituto di Istruzione Superiore "Racchetti - da Vinci" di Crema, si è svolta la "notte bianca" di cui sono stati protagonisti gli studenti del Liceo Classico cittadino, con il supporto del corpo docente e del Dirigente scolastico, il prof. Claudio Venturelli. 

Si è trattato di una iniziativa giunta alla sua ottava edizione, ideata anni fa dal prof. Rocco Schembra, docente di Greco e Latino del Liceo Classico facente oggi parte dell'Istituto di Istruzione Superiore "Gulli e Pennisi" di Acireale (Catania). Il Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca ha dato subito il proprio supporto a questa iniziativa, rendendola un appuntamento nazionale con il proprio patrocinio. Anche RAI Scuola e RAI Cultura hanno dato il loro imprimatur e il loro sostegno. Oggi la Notte Nazionale del Liceo Classico è diventata in tutta Italia una grande occasione di incontro e di condivisione tra gli alunni, i docenti e i dirigenti scolastici, le famiglie, gli educatori e anche, più in generale, le varie cittadinanze dei territori coinvolti. Tutti hanno l'opportunità di partecipare a un vero e proprio inno festoso alla cultura classica e umanistica, con il coinvolgimento delle autorità locali e con la presentazione di molte rappresentazioni e performance da parte degli allievi di questo indirizzo di studi. Si tratta infatti di un evento aperto al pubblico e al quale ogni anno possono partecipare tutti gli interessati.   

La valorizzazione degli studi classici, oggi sempre più importanti per la formazione delle giovani generazioni e per l'educazione dei cittadini di domani, passa pure attraverso proposte come questa iniziativa, che anche a Crema ha trovato quest'anno una realizzazione molto valida e di grande successo. Il numeroso pubblico intervenuto ha potuto comprendere la passione e l'impegno degli studenti e di tutto il corpo docente, rivolti proprio a sottolineare l'importanza del corso di studi in cui si è coinvolti e l'esigenza di apprezzarne appieno la notevole valenza educativa e formativa.

 

29/04/2022

Venerdì 29 aprile 2022 si è svolta la conferenza sul tema "Le conseguenze dell'amicizia. Antonio Canova e i conti Tadini", presso la sala Cremonesi del Museo Civico di Crema e del Cremasco. Relatore è stato il prof. Marco Albertario.

Nel 1794 il conte cremasco Luigi Tadini, in viaggio con la moglie Libera Moronati e con il figlio Faustino, conosce a Roma Antonio Canova. Il grande scultore apprezza l'ingegno del giovane figlio del conte, il quale compone un testo che commenta, in prosa e in versi, le opere realizzate da Canova fino a quel momento. In segno di gratitudine, Canova donerà ai Tadini un prezioso bozzetto in terracotta, La Religione.

Faustino Tadini scompare nel 1799 in tragiche circostanze. Vent'anni dopo Canova realizzerà per il conte Tadini, che gli aveva chiesto una scultura per la sua collezione, la Stele Tadini, monumento consacrato alla memoria del giovane amico.

Marco Albertario, dottore di ricerca in Storia dell'Arte, ha lavorato presso i Musei Civici di Pavia, i Musei Civici di Novara ed è dal 2005 Conservatore e dal 2015 Direttore della Galleria dell'Accademia Tadini di Lovere.

I suoi interessi comprendono la produzione figurativa in età sforzesca, la scultura in legno, la storia del collezionismo. Per l'Accademia Tadini ha seguito le ricerche e il restauro relativi alla Stele Tadini di Antonio Canova, lo studio e il riallestimento della collezione di porcellane, il recupero della Biblioteca storica, il restauro della Madonna con il Bambino di Jacopo Bellini e della sala che la accoglie, il restauro della Pala Manfron di Paris Bordon.

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